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Dal Pastro, nel mirino lo scudetto del calcio amputati con il Lane: 'Ma rispetto all'Europa siamo lontani anni luce'

Dal Pastro, nel mirino lo scudetto del calcio amputati con il Lane: 'Ma rispetto all'Europa siamo lontani anni luce'

di Claudio Strati

Sport paralimpici, una stella che brilla ma c'è ancora molto da fare nel nostro Paese: siamo distanti anni luce da altri stati occidentali e non solo. Alla serata con atleti che nei rispettivi settori sono riusciti a fare molto, a Romano d'Ezzelino, voluta dall'assessorato allo Sport, è stato Mattia Dal Pastro, sportivo di casa e portiere della nazionale di calcio amputati, a ben spiegare il tema.

Durante l'incontro che ha visto ospiti Sofia Bertizzolo, la 22enne ciclista bassanese già in vetrina a campionati europei e mondiali di categoria, e Mirko Chemello, di Mussolente, ultrarunner 50enne ormai dedicato alle imprese impossibili ("Ho lasciato il Tour de Geants ai 300 km sui 330, ormai ero cieco per la disidratazione delle cornee, ma mi preparo per lo Spartathlon, ultra race di 246 km tra Atene e Sparta") la serata ha visto la figura di Dal Pastro che ha lanciato uno sprazzo di luce sulla realtà "vera" degli sport "inclusivi" italiani.

Tre anni fa un drammatico incidente in moto gli ha cambiato la vita. Ma lui ha lottato per salvaguardare quella parte di sé che era rimasta sana e funzionale. Alle spalle aveva espeienze nell'hockey e nel calcio. E un po' alla volta è tornato a fare il portiere, nella nazionale amputati. Dal Mondiale in Messico ad altre esperienze, ora il 33enne romanese attende la finale del primo campionato italiano di calcio amputati a Lecce, a inizio novembre. Lì sarà il portiere del "Lane" amputati, il Lanerossi Vicenza Virtus riavviato da Renzo Rosso "usando" un pezzo dell'esperienza bassanese. Uno scudetto potrà arrivare a Vicenza, stavolta. Anche se il calcio italiano di settore è un microbo, con squadre che si possono contare sulle dita di una mano. Una di queste è proprio a Lecce.

Dal Pastro, nel mirino lo scudetto del calcio amputati con il Lane: 'Ma rispetto all'Europa siamo lontani anni luce'

Ma cosa ha raccontato Mattia? Oltre che della sua esperienza, ha illustrato i numeri, del tutto esigui, del suo sport. «In tutto in Italia ci sono 50 atleti, assolutamente pochi se pensiamo che nella Penisola purtroppo abbiamo duemila amputati l'anno». E lo sport per tutte queste persone sarebbe un modo per reagire, per ritrovare fiducia in se stessi, ha fatto capire. Ma questa è la realtà: «A livello europeo c'è anche una champions collegata al mondo Uefa, ma noi italiani siamo fuori ovviamente. Ci siamo rimboccati le maniche e con grande fatica siamo riusciti a far nascere quattro squadre, di calcio a 5 però perché di più non si poteva fare. E finalmente ora facciamo il primo campionato italiano».

Ma cosa succede negli altri Paesi? L'immagine che ha dato Dal Pastro è di un mondo che valorizza molto di più le persone: «In Gran Bretangna ci sono due divisioni, e le società di Premier League hanno tutte una squadra di amputati, che disputano le partite negli stadi prima dei match della massima serie. Anche la Turchia, per fare un esempio, ha ben 800 atleti amputati, e molti sono professionisti. Così come altri Paesi europei».

Insomma c'è un abisso nella valorizzazione di questa disciplina. «Io devo ringraziare tanti colleghi della nazionale che hanno avuto offerte di giocare come professionisti in Turchia o in Polonia - ha concluso Dal Pastro -, ma che hanno deciso di guardare al cuore più che al portafoglio, e che sono rimasti qui a lottare per sviluppare il nostro sport».

Foto: dal profilo facebook di Mattia Dal Pastro.

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