Sarà bianco, giallo e Rosso: il nuovo Lane Virtus stuzzica Vicenza e deprime Bassano, ma è col marchio Diesel. Ecco lo scenario e i possibili sviluppi
- Pubblicato Domenica, 27 Maggio 2018 21:00
(Cs) E' un puro divertissement la maglietta biancogiallorossa che ipotizziamo nella foto, ma forse neanche tanto. Ora che il Vicenza, uscendo dal vortice che lo stava risucchiando nei gorghi più oscuri della sia storia, si è salvato in C,
la partita si sposta in tribunale. Se il fallimento sportivo è stato evitato sul campo del Sant'Arcangelo, grazie a un gol da oratorio (zuccata da metà campo a palombella fino al limite dell'area avversaria, il beniamino Giacomelli che tocca tra tre romagnoli trasformatisi in graziose statuine intorno alla palla ballonzolante), quello economico è più che mai attuale e se non arrivano altre offerte dell'ultima ora sarà Renzo Rosso a prendersi ciò che resta del club. Portando su il Vicenza e lasciando a secco il Bassano Virtus, che come previsto non ha agganciato la B.
La lettera ai tifosi, ovvero il piano industriale
Il progetto di fusione, o accorpamento, o alleanza, è stato spiegato da Stefano Rosso, il presidente del club giallorosso, in una eloquente lettera ai tifosi bassanesi, che equivale a un preciso piano industriale. Una sintesi in dieci punti:
1) partiamo dalla la chiusa che è più di un manifesto riassuntivo: Forza Bassano, Forza Vicenza, Forza Lane Virtus Vicenza;
2) cari bassanesi, state sereni perchè siamo qui da 22 anni, abbiamo speso quel che basta e anche di più, abbiamo aiutato "una società che stava per sparire", facendola crescere, passando dall'Eccellenza alla C, arrivando quasi alla B "e solo i tribunali ce l'hanno scippata dopo averla vinta sul campo";
3) ora la crescita del Bassano è in stallo, le strutture non ci permettono il passaggio ulteriore di categoria, investire qui ancora non ha senso ("l’impegno sia finanziario che strutturale inizia a non avere più quei contorni di sostenibilità...") e poi, con una botta alla/alle amministrazione/i in carica e pregresse, tra due anni non si potrà più utilizzare il Mercante e "le istituzioni non ci hanno mai realmente supportato";
4) il Vicenza, come il Bassano 22 anni fa, rischia di scomparire, dal vertice alle giovanili, i Rosso hanno molte aziende nel Vicentino e pensano di dover dare una mano a una realtà con molto tifo e grande storia;
5) ecco il piano industriale: "da persone di azienda poi vediamo l’opportunità, non economica ma strutturale, di combinare due realtà che oggi sono complementari e che insieme potrebbero portare alla creazione di un’entità di portata unica nel calcio professionistico italiano";
6) quindi sostegno al settore giovanile del Bassano e a quello del Vicenza; squadra unica in C che giocherà al Menti in divisa biancorossa, e in trasferta con maglia che " terrà conto di entrambe le società ma che avrà principalmente i colori attuali del Bassano";
7) il nome sarà un mix dei due (vedi chiusa);
8) il club giallorosso continuerà a esistere con le giovanili, in futuro con una "seconda squadra", visti gli sviluppi a cui si stanno preparando tutti i più grandi club professionistici, diciamo in C o in D, quando il Lane salirà almeno in B;
9) lo zuccherino: "la famiglia Rosso quindi non abbandona Bassano, ma anzi lo proietta già al futuro";
10) il motto finale: l’alleanza con Vicenza deve essere vista come una opportunità, non come una sconfitta, perché "Insieme si vince".
Mors tua, vita mea: addio solidarietà tra 'cugini'
La proposta dei Rosso ha già trovato grandi accoglienze a Vicenza. Meno a Bassano. Ma di fronte a un imprenditore che dice di volersi impegnare, anche la solidarietà tra cugini va a farsi benedire. In più la notorietà del Lane ha fatto sì che nei decenni le sacche di tifoserie e i club si siano distribuite in ogni zona della provincia, anche nel Bassanese, e questo i Rosso lo sanno bene: sono i cavalli di troia per trovare consenso e spinte a continuare, perfino ai piedi del Grappa. Gli osservatori già scommettono su cosa può accadere con la Diesel family alla guida, soluzione che sarebbe benedetta dai giudici fallimentari dopo lo zero interesse dimostrato alle aste. Rosso dice di voler motivare altri investitori, e di certo ne è capace, si pensi solo all'esercito di fornitori su cui può contare e verso i quali sicuramente gode di un certo appeal.
Modello Parma, al Menti si può
L'obiettivo sarebbe quello di emulare il Parma, fallito e in tre anni tornato in B e ora in A a tempo record. La squadra emiliana nel 2015 fallisce, rinasce e riparte dalla D. Nel 2017 rieccola in B. Nel 2016 si sa che la società ebbe un fatturato di poco meno di 7 milioni di euro e costi per circa il doppio. Le perdite sono state colmate con iniezioni di denaro da parte della proprietà e aumenti di capitale. Il "nuovo" Vicenza costerebbe, di certo qualche milione sarebbe impegnato a fondo perduto, ma il ritorno in B comincerebbe a far affluire i soldi dei diritti televisivi, diciamo un 5 milioni in media. Di certo salirebbero anche i costi, ma qui lasciate fare alla famiglia che sa come gestire in modo oculato. Lo stadio Menti poi diventerà il simbolo e la sede della storia e dello store caro a Diesel. Se poi si approda alla A, i diritti tv schizzano ai 20 milioni e più. E volete che il Lane Virtus Vicenza biancogialloRosso non sappia fare almeno come Crotone o Benevento?
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