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Batte e spera il cuore biancorosso di Vicenza alle 116 candeline. Pablito e Baggio raccontano ai tifosi il loro attaccamento al 'Lane'

Batte e spera il cuore biancorosso di Vicenza alle 116 candeline. Pablito e Baggio raccontano ai tifosi il loro attaccamento al 'Lane'

La salvezza, quella finanziaria, è un po' tutta da costruire, come sa il curatore fallimentare De Bortoli che alla serata ha preferito non dire nulla, ma vi ha fatto cenno ai microfoni delle tv. Ma intanto l'affetto e la passione

si sono confermati grandi, anche un secolo e 16 anni dopo la fondazione (1902, 9 marzo) il che fa crescere le speranze per il futuro del Lane, il Vicenza Calcio. Una rimpatriata biancorossa in grande stile, al palasport, con tantissime glorie del passato e Nevio Scala a rincuorare tutti ricordando che il Parma, a risalire, ce l'ha fatta.

Tanti gli ex a far battere il cuore biancorosso. 'O Lione, Luis Vinicio, si è fatto sentire attraverso un video. E poi insieme ai vari Bardin, Maraschi, Viviani, Rondon, i due big che hanno segnato più di tutti la storia biancorossa, Pablito Rossi e Roby Baggio. Paolo Rossi ha ricordato che Vicenza sta nel suo cuore e che non si può fare a meno di amare l'ambiente biancorosso: qui ha conosciuto la forza della provincia, sale del calcio, l'attaccamento alla maglia. Più peperino Baggio: il divin codino ha spiegato che lui avrebbe voluto finire la carriera tornando a Vicenza. Ma relazioni e logiche contrattuali evidentemente remarono contro: «Purtroppo per me fu una grande amarezza - ha dichiarato spiegando un retroscena della vicenda -. Nel 2000 avevo 33 anni, stavo bene, sarei tornato volentieri ma non si crearono le condizioni. Un sogno non realizzato». Virò verso Brescia. Il grande sogno comunque l'aveva coltivato e realizzato giovanissimo, quando correva in bici da Caldogno al capoluogo per vedere quella squadra nella quale desiderava giocare: e quel sogno si realizzò, poi prodigo di una grande carriera.

Nella serata condotta dall'Associazione calciatori ruoli da protagonisti anche per Guidolin, Gasparin, Dalle Carbonare, probabilmente l'ultimo patron rimasto nel cuore dei tifosi. Ai giornalisti lui ha detto: «Siamo come la Juve e l'Inter». In piccolo naturalmente, ma il paragone calza. Ed è stato come dire: impossibile buttare via una storia come quella biancorossa.

Foto Wikipedia: gran calcio al volo di Paolo Rossi nel '78, l'anno del secondo posto in A; e Roberto Baggio in campo nell'82-83, annata dell'esordio in prima squadra diciassettenne.

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