Zigo-gol, l'arte del pallone secondo uno dei grandi: a 72 anni ancora ribelle alla panchina
- Pubblicato Lunedì, 19 Dicembre 2016 08:24
di Gabriele Zanchin
"Dove mi devo mettere in campo non me lo diceva nemmeno Helenio Herrera…”. Ha lo sguardo torvo ma tra il serio ed il faceto indirizza questa affermazione-imprecazione verso la sua panchina.
Gianfranco Zigoni, 72 anni, mitico “Zigogol” è stato il protagonista della partita che ha commemorato i 70 anni dell’Opitergina calcio, giocata allo stadio “Opitergium” contro i giornalisti di “TvPressing”. Zigogol a grande richiesta ha fatto un’apparizione, una ventina di minuti “il dottore me lo aveva proibito perché ho la schiena a pezzi, potrei solo camminare e basta, ma non potevo mancare”.
Infatti è stato l’ospite d’onore insieme agli altri due “miti” della storica società trevigiana e cioè Renato Faloppa (rimasto in tribuna) e Ivan Gregori (che ha giocato eccome, a dispetto dei 69 anni). Ma inutile dire che Zigogol suscita un fascino particolare anche se in campo ci va solo per… onor di firma. Ma va bene così e poco importa se poi la partita termina 1-0 a favore delle vecchie glorie dell’Opitergina perché alla fine è stata la festa di tutti. Ma soprattutto di e per Zigogol: “Io nella mia vita ho amato un solo giornalista - ha spiegato al termine dell’incontro in una chiacchierata informale - ed è stato Giorgio Lago. Ora invece leggo poco i giornali, leggo poco di sport. Sì, guardo cosa fa mio figlio che gioca con la Spal (è partito dal Treviso ndr) e poi leggo, ecco questo sì con interesse, la rubrica “Passioni e Solitudini” di Alessandra Graziottin…”.
Ciò significa che Zigoni si sente solo?
“Se getto uno sguardo al passato penso di aver commesso tanti errori, penso di non essere stato o non essere un buon esempio per i giovani calciatori e sportivi in genere. Per fortuna mio figlio è molto migliore di me anche se non è stato facile all’inizio portare questo cognome ma ora ha superato questa situazione. Ecco sono contento e fiero di lui, veramente…”.
Ma lei è stato un idolo per generazioni di sportivi e tifosi.
“Già ed ancora adesso mi domando perché. Io non ho mai segnato tanti gol, non ho mai vinto nulla di importante eppure anche poco tempo fa mi sono venuti a trovare tifosi del Verona, un pullman intero. Ma che ci trovate in me? ho chiesto e loro mi hanno detto che va bene così, non so…il mondo è strano”.
Zigoni segue poco il calcio attuale per sua ammissione, a parte suo figlio. Ma anche qualcos’altro.
“Seguo quello che fa Francesco Guidolin perché è un bravissimo ragazzo. Lui era giovanissimo ed era in camera con me quando giocavamo a Verona. Ragazzo buono, gentile, generoso con un ottimo carattere. Ecco lo seguo quando posso e spero tutto il bene possibile per lui e la sua squadra…”.
Ecco, perché un ricordo di Zigogol? Perché giocatori come lui ed Ezio Vendrame, un giorno avversari ma ora amici, pur non avendo mai vinto nulla sono stati i calciatori che più di altri hanno acceso la fantasia dei tifosi locali. Come dire, il calcio non è solo vittorie, sconfitte ma anche giocate, spettacolo e… qualche gol.