Antidoping e agenzia indipendente, il Parlamento chiamato a dare la nuova rotta. Lobby e trappole permettendo
- Pubblicato Sabato, 27 Febbraio 2016 10:09
Agenzia antidoping indipendente, inizia a vedersi all'orizzonte qualcosa. Ovvero la battaglia contro il doping sia nello sport professionistico, sia giovanile che amatoriale,
pare che stia per segnare una svolta: a partire dal 2 marzo 2016 la risoluzione che mette le basi per regole diverse e più stringenti inizia il suo iter parlamentare nelle commissioni congiunte Cultura e Sanità della Camera dei Deputati.
L'obiettivo lo spiega il deputato Paolo Cova, che si è fatto promotore dell'iniziativa: “Finalmente potremo chiedere al Governo l’impegno a creare un'Agenzia Nazionale Antidoping terza, ossia indipendente sia dal Coni che dallo stesso Governo, con una propria autonomia finanziaria – spiega il parlamentare del Pd, proponente della risoluzione –. Questo sarà il primo e fondamentale passo per combattere e fermare una volta per tutte il malcostume del doping. Fenomeno che non falsa solo i risultati sportivi, ma danneggia gravemente la salute degli atleti e alimenta anche il malaffare”.
E l’esempio è presto fatto per Cova: “La vicenda dei whereabouts che ha coinvolto l’atletica italiana, ha mostrato come l’attuale sistema di controllo non abbia funzionato e debba essere riformato con un agenzia terza”. Tra i punti più importanti, la risoluzione impegna il Governo a superare la norma che conferisce a Coni-Nado l’attività di controllo antidoping sulle attività sportive agonistiche di livello nazionale e internazionale, a creare un’Agenzia nazionale antidoping indipendente, appunto, che assorba la Commissione di vigilanza e l’Agenzia Coni-Nado, a conferire a questa Agenzia terza l'organizzazione dei controlli e degli esami e i procedimenti disciplinari, e a nominare un commissario autonomo che realizzi questa agenzia.
Cova è stato tra quelli che si sono opposti in modo veemente alla cosiddetta “svolta epocale” dell'accordo quadro tra Coni e i Nas per i controlli a sorpresa agli atleti. Nella faccenda Coni-Nas, ha spiegato a suo tempo il deputato, “ci si trova di fronte a un evidente conflitto controllore-controllato. I carabinieri del Nas devono rispondere soltanto alla Magistratura, non al Coni. E' successo a Bolzano, potrebbe capitare ancora: cosa accadrebbe se un magistrato chiedesse ai Nas di aprire un'indagine antidoping sul Coni se i Nas dipendessero in qualche modo dallo stesso Comitato olimpico?".
Adesso il Parlamento è chiamato a cambiare rotta. I tempi, si teme, saranno lunghi e le trappole sul percorso numerose. Bisogna vedere quali input arriveranno dal mondo di quelle federazioni che sul tema hanno spesso sprecato molte parole ma che, a quanto pare, non hanno inciso molto. La diffusione del fl fenomeno doping e degli interessi economici correlati, come raccontano anche recenti eventi, galoppa. Per citarne solo uno, l'operazione "Sport Pulito II" della Guardia di Finanza di Varese che ha portato alla scoperta ed al conseguente sequestro allo scalo di Malpensa di un ingente quantitativo di sostanze dopanti e prodotti farmaceutici pericolosi per la salute dei cittadini. Si parla in totale di 350 mila dosi di sostanze dopanti sequestrate dalle Fiamme Gialle. In alcuni casi i finanzieri hanno seguito i "pacchetti" fino alla loro destinazione finale: uno di questi, con 300 grammi di nandrolone, oltre 900 fiale e più di 600 compresse di sostanze dopanti, era arrivata fino a Calvene, paesino della provincia di Vicenza, indirizzata a un 33 enne del posto, che è stato arrestato.
Insomma un fenomeno che non riguarda più solo quegli atleti professionisti top, di diverse discipline, che squallidamente fanno uso di sostanze illecite per emergere, vicende delle quali sono piene le cronache quotidiane provenienti da mezzo mondo, ma che dilaga da tempo a livello di distribuzione e diffusione di massa, coinvolgendo anche schiere di amatori e dilettanti che dovrebbero praticare lo sport per puro diletto e motivi di salute.
Articoli correlati
Stop alle parole, si faccia l'agenzia super partes
Daniele Scarpa e la dignità del gran rifiuto