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Nausea da sport. La psicologa: occhio alla sindrome di burnout

Nausea da sport. La psicologa: occhio alla sindrome di burnout

di Raffaella Toniolo*

Carriere, atleti, talenti “bruciati”, “fusi”, “esauriti”, “scoppiati”, in una parola in burnout.

Si comincia a parlare della “sindrome di burnout” nella prima metà degli anni ‘70, negli Stati Uniti, per identificare una patologia professionale presente prevalentemente tra gli operatori sociali e caratterizzata da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e un altrettanto rapido peggioramento delle prestazioni professionali.

Il termine “burnout” in realtà deriva dal mondo sportivo: negli anni ‘30 veniva utilizzato per indicare la condizione di quegli atleti che, dopo un periodo di successi, di performance da primato, di risultati eccellenti, improvvisamente entrano in crisi e non riescono più a ottenere ulteriori risultati dal punto di vista agonistico o a mantenere quelli acquisiti.

Un esempio concreto si può ritrovare nella storia di Cristina Sossi, buon talento e titolata nuotatrice degli anni ‘90 che a 21 anni e a due settimane dalle Olimpiadi di Barcellona crolla, abbandona la disciplina e si ritira dalle competizioni e dal mondo agonistico, diventato per lei insostenibile psicologicamente e fisicamente.

Le condizioni che portano alla nausea verso ciò che si sta facendo e a un totale esaurimento delle risorse e delle energie mentali e fisiche comprendono alcuni elementi rilevanti quali impegni professionali o personali particolarmente intensi, alta responsabilità richiesta all’individuo, pressione, stress e coinvolgimento emotivo troppo elevati.

Dal punto di vista psicofisico il burnout può essere definito come una risposta non funzionale allo stress, anche se il burnout è un fenomeno più complesso essendo determinato non solo da componenti soggettive (aspettative, caratteristiche della personalità, reazioni individuali agli eventi stressanti...) ma anche da variabili ambientali (attività svolte, ruolo all’interno dell’organizzazione, sviluppo della carriera, relazioni all’interno dello staff...), storico-sociali e culturali, ossia psico-sociali, che possono accelerare il passaggio dallo stress al burnout.

I sintomi psichici investono la sfera cognitiva e quella emotiva manifestandosi in collasso delle energie psichiche, collasso della motivazione, caduta dell’autostima e sentimento di insuccesso nello sport e nella vita, frustrazione, senso di inadeguatezza professionale-sportiva, perdita di controllo, sintomi che a loro volta si traducono in comportamenti quali assenteismo, evitamento delle relazioni, progressivo ritiro dall’attività, difficoltà a cogliere l’ironia e a scherzare con gli altri, reazioni emotive violente o impulsive, ricorso a tabagismo eccessivo o assunzione di sostanze psicoattive come alcool, psicofarmaci fino agli stupefacenti.

Tra i sintomi fisici ritroviamo disturbi psicosomatici come gastriti, ulcere, coliti, stitichezza o diarrea, disfunzioni sessuali, emicrania e cefalea, disturbi del sonno, disturbi dell’appetito. La sindrome del burnout porta quindi a un collasso sia dell’autostima sia delle energie fisiche e mentali in chi ne soffre. Ma è possibile uscirne?

Il primo e più importante passo è quello di riconoscere il problema e valutare oggettivamente la situazione. Se non sono attuate misure preventive come modificazione dell’ambiente di lavoro o sportivo e miglioramento delle capacità individuali di affrontare lo stress, trattandosi di una patologia strettamente legata allo stress, questo risulta essere l’aspetto principale su cui intervenire.

Diventa rilevante comprendere a fondo il problema e sondare le cause che hanno provocato il tutto. Troppi impegni? Troppa pressione? Troppa responsabilità? Possono poi essere utili pratiche di rilassamento e, nei casi più gravi, il ricorso a farmaci specifici, molto simili agli antidepressivi, anche se in linea di massima, se non sottovalutato e con un buon professionista, è possibile risolverlo con interventi non così invasivi.

* coaching e psicologia del lavoro e dello sport

www.raffaellatoniolo.it

 

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