Contenuto Principale

| Marce e Corse

| Manifestazioni e tempo libero

Tania, la diva semplice: la Cina è vicina, ma dietro le spalle...

Tania, la diva semplice: la Cina è vicina, ma dietro le spalle...

di Claudio Strati

Dopo quarant'anni la premiata fabbrica di Bolzano ha stampato un altro conio mondiale. Nel '75 fu Klaus Dibiasi,

dominatore dalle piattaforme, dove servivano forza e potenza. Ora è Tania Cagnotto, dominatrice dal trampolino più basso, maestra di precisione, velocità ed eleganza. Quando a Kazan la si è vista infilarsi in piscina con quel "pluff" minimalista, dove l'acqua neanche si era accorta di essere perforata, anche i più a digiuno di tecnica dei tuffi hanno capito che qualcosa di straordinario si stava compiendo. Cina o non Cina, strapotere pechinese o no. La Cina, sempre disegnata come una specie di mostro imbattibile, enorme organizzazione, enorme platea di atleti, uno Stato intero sul trampolino, stavolta è rimasta dietro: è lo sport, bellezza.

Una predestinata, Tania, secondo quanto si legge - magari con un po' di agiografia, ma è normale - nel suo sito. A due anni il primo tuffo, una scivolata nel laghetto dell'Acquacetosa a Roma. E a sei il primo tuffo in piscina, "e mi è sembrato il gesto più naturale del mondo". Perché se i suoi genitori, maestri d'arte, Giorgio Cagnotto (due argenti alle olimpiadi) e Carmen Casteiner (otto volte campionessa italiana dalla piattaforma) cercavano di farle fare un altro sport, spingendo tennis e sci, lei si voleva tuffare e basta, "imitare quello che avevano fatto loro".

E li ha imitati benissimo, anzi di più. Il curriculum è da paura, basti dire che a 15 anni era già ad Olimpia. E ora, a trenta, è la prima al mondo dal trampolino da un metro. Era stata da quelle parti da tempo, con medaglie iridate, ma mai d'oro. E se sappiamo che il valore era già ben noto, l'oro è quel valore in più che a un atleta manca: il gradino più alto è l'obiettivo, quel qualcosa che se non arriva lascia dentro un po' di vuoto, anche se sai di essere nella crème mondiale. Ma far suonare l'inno di Mameli è il must che fornisce lo sprint morale aggiuntivo, impagabile. Prima al mondo, un massaggino da Kazan, Russia.

La finanziera bolzanina è un altro dei fiori all'occhiello del Nordest. In una di quelle specialità che spariscono per lunghi anni, poi tornano sugli schermni e sui media in occasione di olimpiadi, mondiali ed europei, per poi inabissarsi di nuovo in un mondo mediatico allagato dai pallonari che lasciano briciole al resto, pur se più spettacolare, tirato fuori per stimolare l'italica tifoseria quando serve. I tuffi sono una nicchia piccola, poche piscine attrezzate (nel Veneto chi li pratica, anche da amatore, dece sciropparsi chilometri e chilometri per raggiungere i rari impianti a norma), alcuni centri specialistici. Ingredienti, tanto lavoro e tanta fatica, i famosi sacrifici che poi per chi si sente a suo agio in questo sport tali non dovrebbero essere perché la disciplina appaga, una vita rigorosa, da atleta al 100% insomma. Quelle nicchie che poi portano i maggiori allori allo sport nazionale, si pensi ad esempio a scherma, canoa, pattinaggio su ghiaccio e dintorni.

Lei è una che ha saputo tenere botta, una vita intera finora investita nel suo sport-lavoro, con gli sponsor al seguito perchè è brava e fortunata sotto questo profilo, e la sua nicchia visti gli exploit fa comunque audience. Sul podio le lacrime, l'emozione, su twitter la frase ruspante: «Oddio! Cos'ho combinato? Non so quanto tempo ci vorrà a realizzare... so solo che sto vivendo un sogno!!grazie di cuore» con le faccine di rito. Una diva semplice, che piace per quello e che non ama strafare.

Alcune citazioni dalle sue dichiarazioni post gara: «Avevo una sensazione strana già dall’eliminatoria, non vedevo l’ora che finisse. Sapevo che potevo farcela... Ho iniziato bene, dopo il doppio e mezzo avanti ho perso qualche anno di vita, poi ho continuato la gara al meglio. All’ultimo tuffo ho pensato a Barcellona 2013, ma questa volta avevo un gran vantaggio di 10 punti, dunque non dovevo strafare. Non ho fatto il mio miglior tuffo, ho rischiato, per fortuna questa volta ho vinto io di un punto. Ho chiuso in bellezza dal metro, è uno dei momenti più belli della mia vita».

«Ho sempre messo sullo stesso piano un mondiale e una medaglia olimpica: volevo raggiungere una delle due cose e finalmente è successo. Sono al settimo cielo».

«E' il giorno più bello della mia vita, un sogno realizzato».

Lei è Tania, tuffatrice. Orgoglio italiano e nordestino. Ci vediamo a Rio 2016 come atto conclusivo di una carriera da incorniciare.
Chapeau.

Altri articoli:

Tania e Jessica, le semplici giganti azzurre

Foto: da mondiali Kazan e da profilo twitter Tania Cagnotto

| TRAIL DEGLI EROI

| FORZA E CONCENTRAZIONE

 

| LA CORSA PIU' PAZZA


© Gestione editoriale: Creta Plus soc. cooperativa | P.IVA 04084830241 | Redazione: ilgrandesport@libero.it | Registrazione tribunale Vicenza già Bassano del Grappa n. 8/2004

Progetto StiKa©

| Realizzato da Progetto StiKa |