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Doping, Donati spiega agli studenti le follie del sistema

Doping, Donati spiega agli studenti le follie del sistema

di Claudio Strati

Alessandro Donati, incontrando le scuole e il mondo sportivo a Bassano, ha aperto nuovi squarci sul sistema doping.

Nella giornata organizzata da FidalVeneto e Libera su "Sport e legalità", durante la quale hanno parlato anche l'azzurrina Ottavia Cestonaro e il presidente di Atletica Vicentina Christian Zovico, il Maestro dello Sport del Coni, grande accusatore del sistema, autore del long seller “Lo sport del doping” i cui proventi vanno tutti a Libera e in cui ha raccontato decenni di sport di vertice taroccato visto “dal di dentro”, ha spiegato ai ragazzi come il doping agisca sul sistema nervoso e sugli equilibri biochimici del cervello instaurando situazioni che limitano la libertà di chi lo assume.

ASSUEFAZIONI & FOLLIE

Un meccanismo identico a quello della droga, ha aggiunto Donati: i consumatori rischiano di diventare succubi di un sistema mondiale imposto dai produttori che fanno business colossali. «Si diventa consumatori obbligati dal sistema della produzione, interessi enormi che coinvolgono stati e criminalità, e i ragazzi sono il mercato. Dopo la guerra in Afghanistan, forse il Paese più controllato al mondo, la produzione di oppio si è quadruplicata. Succede anche col doping: magari fai una normale ricerca su certe sostanze nel web e poi sei bombardato di offerte e richieste, arrivano pacchetti e non sai cosa c'è dentro».
Ha raccontato la follia del doping quotidiano di gente che dovrebbe fare sport solo per passione e per divertirsi: «Due fratelli romani, gestori di una rinomata trattoria della capitale, cicolamatori, hanno acquistato fiale di Gh, l’ormone della crescita, via web. Uno è morto di epatite fulminante. L’altro, subito dopo aver seppellito il fratello, è stato malissimo ed è stato salvato solo grazie a un immediato trapianto di fegato. Le mogli non sapevano nulla».

L'UOMO SCOMODO

Storie di pazzia che si rincorrono, che si leggono ormai quasi ogni giorno. Alessandro Donati ovviamente non ha mancato di far riferimento alle sue esperienze di ex allenatore della nazionale “scomodo” dagli anni ‘80 in poi: «Il nostro sistema sportivo ha avuto bisogno di 50 anni per capire certi meccanismi di vertice, un mostro di incrostazioni. Quando ero allenatore del mezzofondo, altri colleghi avevano fatto la scelta del doping. Ci sono adulti onesti e disonesti, e il loro rapporto coi giovani è fondamentale, perchè spesso dipendono unicamente dall’allenatore. Poi anche l’atleta cresce e aumentano negli anni la sua competenza e la sua responsabilità».

GIOVANI E ADULTI

Arrivati ad ascoltarlo c'erano suoi ex atleti come Odone Campana, quattrocentista di vaglia: «E' fondamentale per trovare la via giusta il rapporto tra il giovane e l'adulto. Io sono stato fortunato ad avere come allenatori Donati e Vittori, che non mi hanno consigliato certe pratiche».
Tra gli interventi del pubblico interessante quello di Mariano Scotton, bassanese, oggi 58enne insegnante di educazione fisica all'istituto Einaudi nonchè presidente regionale della Federtennis. In anni giovanili era un mezzofondista del “giro” azzurro molto promettente, ma improvvisamente la sua carriera finì.
Scotton ha fatto outing spiegando per la prima volta in pubblico il perchè: «A 17/18 anni facevo qualcosa come 200 chilometri a settimana, avevo avuto indicazioni approssimative da qualche allenatore e io correvo, correvo. Poi ho avuto un’orticaria e in ospedale mi hanno fatto due fiale di cortisone. Sono stato benissimo subito e pochi giorni dopo ho partecipato a un raduno della nazionale giovanile: facevo tempi incredibili e strepitosi, erano tutti sbigottiti e io pure. Bene, dopo quel raduno io ho smesso di correre, per sempre. Per i malesseri che avevo accumulato e perchè avevo capito che quelle performance non erano normali».

EFFETTI POSTICCI E ILLUSIONALI

Donati ha ringraziato Scotton per la testimonianza coraggiosa: «Per gli allenamenti aveva certamente avuto indicazioni da un ambiente sbagliato, un atleta di livello avrebbe fatto al massimo 60/70 km a settimana. Ma ha capito giustamente l’effetto del farmaco, che è posticcio e illusionale e influisce sul sistema nervoso, anche se l’ha preso solo per curarsi».
Per fortuna ci sono ambiti sicuri. Ottavia Cestonaro, atleta vicentina della Forestale, ha spiegato di non aver mai ricevuto offerte di pratiche dopanti. Lei si allena nella sua Vicenza, allenata dal papà Sergio, quindi questi sono deterrenti che tengono lontano eventuali e ipotetiche profferte. La simpaticamente chiamata "Otta", campionessa europea juniores nel 2013, si è soffermata sulla sua vita di studentessa e atleta, ha detto che ha trovato naturale conciliare le due cose e ha consigliato ai suoi coetanei in sala di seguire sempre le proprie passioni: «Dovete volerlo e credere in voi stessi, senza scorciatoie perchè cercare aiuti non leali fa peggio e così si entra in un circolo vizioso».

MEGLIO POVERI MA SERENI

Sport e legalità significano anche gestioni corrette dei club. A questo riguardo, Zovico, presidente di una società come AV Frattin Auto/Despar ai vertici italiani per la capacità di valorizzare i vivai e di aver consorziato una decina di società di base nel Vicentino, ha lanciato il suo motto: "Meglio poveri ma sereni". Ovvero, «con lo sport si può fare legalità e se in molti ambienti si coltivano le false fatturazioni, noi abbiamo deciso di autofinanziarci lanciando ad esempio manifestazioni come la StraVicenza e la Vicenza Half Marathon». Per il resto, ha aggiunto, Atletica Vicentina è diventato un caso statistico di studio anche dell'assessorato regionale alla formazione perchè i dati dei tesserati esaminati per anni dicono che gli atleti di vertice e che hanno conquistato i migliori risultati, sono anche quelli che hanno i migliori curricula di studio. Insomma al dualismo sport e legalità si può aggiungere un terzo elemento, la formazione, un aiuto concreto e lealissimo per la vita futura. Anche qui è arrivata una conferma: Umberto Balestro, ex ottocentista di valore degli anni Ottanta, oggi imprenditore di successo nell'elettronica, ha sottolineato: «Io constato ogni giorno il rapporto tra atletica, o sport in genere, e dinamismo. Spesso assumo e ascolto giovani tecnici e devo dire che chi ha fatto sport ha già il giusto approccio alle cadute e a come risalire, sa mantenere in modo migliore i rapporti con clienti e interlocutori rispetto a chi nel curriculum un'attività sportiva non ce l'ha».

Foto d'archivio: una gara amatoriale, l'azzurrina Ottavia Cestonaro e Alessandro Donati relatori al convegno con le scuole superiori

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