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«Vai Brambi», Gianluca sovverte ogni pronostico: resta in rosa! E si fa i complimenti (strameritati)

«Vai Brambi», Gianluca sovverte ogni pronostico: resta in rosa! E si fa i complimenti (strameritati)

(Cs) Non gli dava un cent nessuno. Nella crono del Chianti era predestinato a svestire la maglia rosa, per tenere le cartucce in serbo in vista delle montagne.

Ma Gianluca Brambilla non ci stava. Sotto l'acqua, nella terra del vino toscano più nobile, il 28enne di Tezze sul Brenta ha sfoderato una bella prestazione, cuore e concentrazione, e seppure per un secondo, ha tenuto la divisa di primo della classe. Un secondo prezioso per restare leader della classifica e proseguire quel sogno nato sugli Appennini tra Assisi e Arezzo.

«Evvvaiiiiii... che dire, fantastico! Il rosa ti dona proprio in tutti i sensi» esulta la compagna Cristina. E il suo fan club aggiunge: «Grande! Tutta tua questa maglia rosa». Lui arriva, circondato da sorpresi cronisti, e quando viene a sapere di essere ancora in rosa sorride serafico: «Complimenti». Gli chiedono a chi li fa e Gianluca: «A me, complimenti a me. E alla squadra». E c'è da crederci se la Etixx vede i primi due in classifica divisi da un secondo, il n. 2 è Jungels titolare della maglia bianca giovani.

La foto, subito dopo l'arrivo. «Tengo la maglia rosa? Complimenti a me»

«Vai Brambi», Gianluca sovverte ogni pronostico: resta in rosa! E si fa i complimenti (strameritati)

Erano rimasti interdetti anche i radiocronisti Rai, che nel corso della diretta devono arrivare a scommettere sul tempo che può permettere a Brambilla di tenere la rosea. Cosa poi confermata. Nel frattempo avevano annunciato un garone di Chaves, finito invece molto lontano. E poi avevano puntato su Nibali, anche lui autore di una bella frazione però finito dietro il vicentino.

La fortuna aiuta gli audaci e nella crono fiorentina gli ha dato una mano. A un certo punto il russo Zakarin gli aveva sfilato virtualmente la maglia per un paio di secondi. Ma l'atleta della Katusha prima è volato a terra, perdendo tempo prezioso, poi ha dovuto cambiare la bici, infine all'imbocco della curva a U per entrare nel pavé finale, ormai un po' mentalmente imballato, è rovinato a terra di nuovo. Sfortunato, ma anche magari un po' deconcentrato e disattento. Brambilla invece ha pedalato sodo, ha calcolato i rischi, si è dimostrato ciclista a tutto tondo, forte e freddo nelle scelte.

Quindi chapeau. Il Giro è ancora lungo, ma la condizione è ottima. E se arriva sulle montagne che contano con il vento in poppa, può stupire ancora, se ben assistito dal team.

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