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Ariel Shimona Edith Besozzi, runner scrittrice ebrea e sionista: 'Ecco perché ho scelto la corsa'

Ariel Shimona Edith Besozzi, runner scrittrice ebrea e sionista: 'Ecco perché ho scelto la corsa'

Correre per qualcosa, dare un contenuto alla corsa. Nel caso di Ariel Shimona Edith Besozzi la scoperta della corsa ha significato un'esperienza di vita, quindi scoprire la propria essenza e i propri limiti, come per tutti i runner, ma anche inserire un cuneo personale e culturale

nella quotidianità per affermare i propri principi, riconoscere le proprie specificità. Il che si riflette nel suo ultimo libro, appena uscito, "Qualcosa per cui correre", dove la felicità della corsa fa il paio con l'impegno e gli obiettivi.

Fieramente sionista, autrice di "Sono sionista" in cui ha raccontato cosa significa superare pregiudizi e distorsioni interpretative, e rivendicare il diritto all’autodeterminazione del suo popolo nella propria terra, spiega che il legame con la Terra d’Israele è elemento centrale e costitutivo dell’identità ebraica. E nel suo percorso di runner questo elemento ritorna ancora in primo piano, perché quando nel 2015 inizia a correre, poco dopo il primo obiettivo che si pone è arrivare alla maratona di Tel Aviv, per lei la prima maratona, alla quale approda nel 2017. Un modo per ritrovare se stessa, le sue radici, un traguardo che pareva impossibile e che invece poi è stato raggiunto.

Nel suo libro c'è il racconto di quell'esperienza, ma anche di molte altre legate al correre. Nelle pagine, si legge nelle presentazioni del volume, Ariel racconta la sua vita, le sue difficoltà, il suo corpo che muta, il rapporto con suo marito, la relazione con il cibo, il tutto percorrendo le strade che la portano da una provincia del nord della penisola alla colorata, calda e accogliente Tel Aviv.

Classe '73, nata a Milano, sposata con Demetrio, vive a Cassola , in provincia di Vicenza, e da tempo opera nella scrittura, tra libri, racconti, interventi. «Ariel ha compreso che essere nella corsa, come nella vita, restituisce molto più della fatica che richiede. I passi divengono intenzioni, le parole si fanno carne ed è l’amore per la vita scoperto e riscoperto, affermato e scelto, con coraggio, sempre, a unire chi corre ma anche chi sceglie di non farsi bloccare, chiudere, spaventare» riassume la casa Gilgamesh Edizioni nella presentazione.

La runner multiculturale, ormai veneta acquisita, che non è difficile trovare mentre si allena lungo strade e marciapiedi del Bassanese, seguita dal marito, non si è certo fermata a Tel Aviv. Dalla Mezza dei Dogi in poi, nel 2016, ha fatto varie maratonine, dal Trentino a Cittadella, e poi alcune maratone tra cui quella israeliana e quella di Ravenna, impegnandosi anche in alcuni trail. I personal best sono di 1.46.56 nella mezza e di 3.47.40 nella maratona. La corsa non per stravincere, la corsa come filosofia e messaggio. Ariel Shimona Edith Besozzi mette insieme sport e cultura, è trainer di trampolino elastico, studiosa interessata alla narrativa, alla medicina, alla politica e alla storia.

"Qualcosa per cui correre" viene presentato giovedì 30 gennaio 2020, alle 20.30, al Caffè dei libri in via Gamba a Bassano. Besozzi racconterà le ragioni del suo libro intervistata dal giornalista Lorenzo Parolin.

Foto tratte dalla pagina facebook della runner scrittrice e la copertina del libro. 

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