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Sport e psicologia, paure e pregiudizi da sfatare

Sport e psicologia, paure e pregiudizi da sfatare

di Raffaella Toniolo coaching e psicologia del lavoro e dello sport

L’olimpionico Luca Dotto in una intervista a La Stampa racconta come la Federnuoto

abbia, per l’allenamento mentale, uno psicologo dello sport stabile e lasci i singoli atleti liberi di utilizzarlo. Ma lo esclude per sé: «Non è per me, quello è per i deboli».

Ma è davvero così? In un incontro con giovani e meno giovani, ho chiesto che cosa fa, secondo loro, uno psicologo. Le risposte sono state divertenti, ma anche significative del pregiudizio che ancora circonda la professione e della scarsa conoscenza della sua applicazione nello sport: lo psicologo cura matti e disadattati, si fa pagare per non far nulla, legge la mente, ascolta e basta, ti ipnotizza, a me non serve, ti riempie di pastiglie, ne conosco due ma non sembrano normali...

La psicologia non va confusa con la psicoterapia o la psichiatria. In generale approfondisce e studia il comportamento e i processi mentali degli individui e le relazioni umane allo scopo di migliorare la qualità della vita.

La psicologia dello sport studia specificatamente i fattori mentali e psicologici legati alla prestazione sportiva: è interessata a come lo sport e l’attività fisica possano accrescere lo sviluppo personale e il benessere nell’arco della vita.

È una vasta corrente di pensiero dove confluiscono diverse dottrine (psicologia, medicina, psichiatria, sociologia, pedagogia, filosofia, igiene, educazione fisica, riabilitazione, nutrizione ecc), in un contesto multidisciplinare.

Gli obiettivi principali dello psicologo dello sport sono: offrire informazioni sui fattori psicologici dello sport; migliorare l’apprendimento dello sport; aiutare i giovani a maturare con lo sport; preparare programmi di preparazione mentale personalizzati; gestire le dinamiche di gruppo; mirare al benessere psicofisico e allo sviluppo del potenziale per ogni fascia di età e ogni livello di sport.

Nell’agonismo l’ottimizzazione della preparazione tecnica e fisica ha raggiunto livelli altissimi e di frequente l’elemento mentale rappresenta la marcia in più dell’atleta. L’intervento psicologico valorizza le potenzialità dei singoli e della squadra in modo da raggiungere lo stato psicofisico ideale e la massima prestazione.

L’idea di allenare e “curare” nella preparazione sportiva anche l’aspetto mentale non dovrebbe farci paura.
Curare significa semplicemente “occuparsi di” e, in questo caso, occuparsi di un aspetto che si integra con la preparazione tecnica, strategica, fisica, alimentare nel rispetto dell’individuo-atleta e del suo ambiente.

www.raffaellatoniolo.it

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