Il caso Schwazer. Colpo di scena, le provette non arrivano a Parma, restano a Colonia: qualcuno non vuole vederci chiaro

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Il caso Schwazer. Colpo di scena, le provette non arrivano a Parma, restano a Colonia: qualcuno non vuole vederci chiaro La data era certa, ma è stata bypassata. Inizia ad assumere i connotati della vergogna il caso delle provette con le urine di Alex Schwazer del famoso campione prelevato il Capodanno 2016.

Scrivevamo che dovevano arrivare ai Ris di Parma per effettuare l'analisi del Dna il 31 gennaio, invece sono ancora a Colonia.

Chi le trattiene? Gli avvocati di Alex insorgono contro le resistenze di Iaaf e Wada, secondo loro. In ogni caso è assurdo che quelle provette non siano ancora arrivate a destinazione. Cosa si vuole ritardare? E perché se l'esame del Dna potrebbe tagliare la testa al toro sia in caso di esito sfavorevole a Schwazer sia nel caso contrario? Davvero si vuole distruggere quella poca credibilità ormai rimasta allo sport e alle istituzioni che lo rappresentano?

Era stato il giudice di Bolzano Walter Pelino a disporre il trasferimento dei campioni di urine al laboratorio dei Ris di Parma. Con una rogatoria internazionale sottoscritta anche dalla giustizia tedesca. Ora invece si dice che ci vuole la firma e l'ok di un magistrato tedesco. Per gli avvocati di Alex si tratta di una violazione delle disposizioni del giudice italiano, avvenute con rogatoria internazionale appunto.

«E’ la rappresentazione della pochezza che il sistema sportivo sta dando di se stesso - ha dichiarato coach Sandro Donati a Sportpro.it -: chiamato a confrontarsi con quello giudiziario sa fare emergere solo arroganza e autoreferenzialità... Mi pare che il sistema sportivo stia perdendo le staffe, si sono spinti troppo in là e ora vogliono a tutti i costi cancellare questo atleta».

Foto: Alex Schwazer con i suoi assistenti e il suo legale (da alexschwazer.com)

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