Il caso Schwazer, le accuse e le controaccuse. Aleggia il giallo, ma ora serve la verità, quella vera. Video

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 Il caso Schwazer, le accuse e le controaccuse. Aleggia il giallo, ma ora serve la verità, quella vera. Video

La vicenda di Alex Schwazer si fa ingarbugliata e sono molti quelli che gridano al "giallo". «Più trappole che topi» ha chiosato su facebook un appassionato. E molti hanno ricordato il caso Di Terlizzi,

la sporca storia dell'ostacolista allenata da Donati che venne beccata positiva alla caffeina, ma che poi finì drammaticamente nell'imbroglio: avevano taroccato il campione con quantità tali di sostanza che era perfino quasi nero alla vista, mentre la seconda provetta sigillata conteneva urina chiara e trasparente. Quella volta, correva l'anno 1997, lo scandalo fu tale che il laboratorio del Coni finì nella polvere.

I commentatori sono unanimi: volevano fargliela pagare a Sandro Donati, grande accusatore dell'establishment sportivo italiano. Ma ai big andò male.

Ora ci risiamo? Molti lo sostengono. I fatti riportati dalla stampa sono questi: il primo gennaio a Vipiteno fanno un controllo a Schwazer: il campione di urina risulta negativo. Il 13 maggio quel campione viene riprese e rianalizzato, a Colonia: ci scoprono dentro flebilissime molecole di anabolizzanti. Il 21 giugno scoppia il caso e sembra la fine della road to Rio per il marciatore altoatesino. Una vicenda però oltremodo strana, costellata di perché. Perché (e chi lo ha ordinato) hanno riesaminato quel campione?

Il filmato. Il video della conferenza stampa di Schwazer, Donati e dell'avvocato Brandstatter (da Repubblica tv)
 


E perché non altri degli oltre trenta controlli successivi? Perchè hanno usato questa tempistica a orologeria che sembra congegnata apposta per bloccare la strada verso le Olimpiadi? Perché mai un atleta entrato da anni in una condizione di ripartenza e seguito da guru dell'antidoping come Donati e D'Ottavio avrebbe dovuto assumere anabolizzanti che poi a un marciatore, che si cimenta in prove di resistenza, non servono a nulla? Eccetera eccetera.

Schwazer e Donati hanno reagito subito, annunciando che andranno fino in fondo, dichiarando che Alex non ha fatto cose del genere e che quanto prima intanto faranno una denuncia penale. La cosa migliore, anziché scrivere tante parole, è rivedere la conferenza stampa svolta da loro a Bolzano, di cui riprendiamo il link video in questa pagina.

Naturalmente la storia è sconvolgente. Ha lasciato allibiti tutti. Il presidente della federatletica Alfio Giomi ha chiosato: «Un caso strano, o è un pazzo furioso o c'è qualcosa da chiarire». I risultati del laboratorio tedesco vengono considerati affidabili ma è tutto il contorno del giallo che va chiarito. C'è stata la rirpesa di un test di cinque mesi prima, rifatto su input della Iaaf (così ha spiegato la Gazzetta dello sport) dopo che Schwazer ha vinto la gara di Roma quattro giorni prima. Certamente se Alexa è ricaduto sarebbe imperdonabile. Ma non si può fare a meno di considerare la complessità e il giro di interessi e le voglie di vendetta che ci sono in giro. Bisogna attendere per capire. Alcuni campioni si sono subito lanciati in accuse pesanti, invocando la radiazione a vita. Come alcune settimane prima, dopo il rientro di Schwazer ad alti livelli. Lui e Donati lo hanno detto a Bolzano: c'è stata una campagna studiata, a cura di tesserati e non tesserati, per fermare il ritorno di Alex. E questo è incontestabile. Eppure lui non aveva violato regole per rimettersi in strada, almeno fino all'altroieri. Ora il gioco si fa duro e l'opinione pubblica deve sapere cosa è davvero accaduto. E presto.

A Eugenio Capodacqua Alessandro Donati ha dichiarato: «Sarà durissima. Credo ad Alex, sono convinto che lui sia innocente; lo difenderò fino all’ultimo e poi vedremo. Finora ne sono sempre venuto fuori da queste situazioni, ma questa la vedo davvero difficile».

Foto da www.piervittoriobuffa.it : Donati e Schwazer durante un allenamento.

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