La lezione 'albanese' di mister De Biasi: ecco perché sono scappato dall'Italia ...

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La lezione 'albanese' di mister De Biasi: ecco perché sono scappato dall'Italia ...

di Gabriele Zanchin

“Io dall’Italia sono scappato, deluso dal calcio. Ai giovani dico: andate all’estero ed allargate i vostri confini”.

Senza remore, col sorriso sulle labbra, Gianni de Biasi, coneglianese, allenatore dell’anno visto che ha portato la nazionale albanese a qualificarsi per il campionato europeo, è stato l’ospite d’onore del Gran Galà del calcio triveneto organizzato come da quindici anni a questa parte dall’associazione calciatori e dall’unione stampa sportiva.

E dal palco, con una platea di giovani davanti, De Biasi non le ha mandate a dire: "In tutta sincerità, io dall’Italia sono scappato perché deluso dal calcio e da come è trattato l’allenatore. Siamo la professione più in bilico che esista. Per fortuna sono approdato in una squadra nazionale dove sono riuscito ad impostare un lavoro, una programmazione e poi abbiamo coronato, insieme ai giocatori, questo che era un sogno e cioè qualificarci per il campionato europeo”.

A questa disamina dura e cruda sul mondo del calcio, gli ha fatto eco Damiano Tommasi dell’Assocalciatori, tra l’altro un giocatore di De Biasi nella sfortunata parentesi spagnola al Levante: "Una riflessione sul calcio va fatta ma deve partire dai campi di periferia. Dobbiamo tutti tornare con i piedi per terra e per farlo dobbiamo cominciare proprio dal basso. Il calcio deve essere una festa, deve trasmettere emozioni altrimenti è destinato all’oblio”. Il calcio scosso anche dai fatti di Parigi, visto che è stato attaccato anche lo “Stad de France” dove si stava giocando un match internazionale.

La sollecitazione è arrivata dal direttore del giornalista Ario Gervasutti ai ragazzi presenti ma non solo: "Il terrorismo ha colpito i luoghi frequentati soprattutto da giovani, teatri, bar e lo stadio; siete voi il baluardo della nostra identità”. Ma Gianni de Biasi ha anche aggiunto: "Non ci dobbiamo spaventare, non devono spaventarci perché si tratta di quattro vigliacchi che vanno condannati. Io lo so perché ho tanti dei miei giocatori che sono scappati dalla guerra e sento, raccolgo racconti, storie e confidenze. Non dobbiamo avere paura”. Chi non ha avuto paura ed anche questo è un eroe è Vangelis Moras, il centrale difensivo del Verona, greco che ha aiutato il fratello donando il midollo osseo per ben due volte. Ha colto l’occasione della consegna del premio proprio per lanciare un messaggio ai giovani:”Donate il midollo osseo ragazzi”. Poi premiati calciatori di Lega Pro, calcio femminile, calcio a 5, l’arbitro Orsato di Schio, e gli studenti che hanno vinto il concorso indetto proprio dall’Assocalciatori.