Psicologia & sport. Quando testa e talento fanno la differenza

  • Stampa
Psicologia & sport. Quando testa e talento fanno la differenza

di Raffaella Toniolo *

Quante volte si sente dire: “per vincere bisogna avere anche testa”? I grandi sportivi sono consapevoli del fatto che le performance eccellenti

dipendono dalla condizione fisica così come dalla condizione mentale, ossia dalla capacità di concentrarsi e gestire le proprie emozioni. Ogni prestazione è il risultato che l’atleta ottiene dalla propria preparazione tecnico-atletico-strategica sommata alla propria capacità di accedere a quello “stato mentale” che è il più adeguato per una performance ottimale.

Durante la competizione gli atleti sperimentano un insieme di pensieri, sensazioni, emozioni e reazioni fisiologiche che sono ben intrecciate tra loro e questo intreccio può essere vissuto come piacevole o spiacevole, indipendentemente dal fatto che favorisca o meno la prestazione.

Le sensazioni fisiche stimolano stati mentali e, viceversa, gli stati mentali stimolano determinate sensazioni fisiche. L’atleta che impara a riconoscere gli stati psicofisici vissuti in gara, la loro intensità e le loro variazioni può allenarsi a gestirli e a renderli vantaggiosi nelle proprie prestazioni future. Una forma di apprendimento di questo tipo può essere costruita e sviluppata nei percorsi di coaching sportivo e mental training.

Cos’è il coaching sportivo?
Si tratta di un percorso attraverso il quale il coach, ossia una figura professionale formata ed esperta in processi mentali e comportamentali come può essere lo psicologo dello sport, aiuta un singolo atleta o una squadra a raggiungere il massimo livello delle proprie performance e ha come scopo il miglioramento delle performance attraverso la programmazione di specifici obiettivi e l’utilizzo di determinati strumenti.

Che cosa significa il massimo livello della propria performance?

È un po’ come la parabola dei talenti dove venivano dati da gestire ad alcuni servitori un numero diverso, per ognuno, di talenti che equivalevano a delle somme ingenti. Chi ne aveva 5, chi 2, chi 1 e ognuno sulla base delle proprie capacità avrebbe dovuto prendersene cura e farli fruttare al massimo.
Ognuno di noi può dare il 100%, ossia il proprio massimo, valorizzando e investendo su ciò che è e ciò che ha e il proprio 100% corrisponde a un livello e a un risultato diverso e unico per sé.

Ecco che padroneggiare o portare a frutto i propri talenti ci permette di raggiungere il nostro personale top. Se lasciamo inespressi i nostri talenti, se non mettiamo a frutto le nostre potenzialità, è come non averli.

Per un atleta apprendere un metodo pratico e avere prescrizioni da svolgere in modo autonomo in determinate situazioni, come può essere una gara, può portare a uno stato di ri-equilibrio utile al raggiungimento dei propri obiettivi e all’ottimizzazione del proprio potenziale permettendogli di focalizzare l’attenzione sull’attività in corso e raggiungere la sua “zona di massima prestazione”.

Alcuni obiettivi del coaching sportivo e dell’allenamento mentale sono: Programmazione e focalizzazione degli obiettivi; Concentrazione; Gestione delle emozioni durante le performance; Gestione dello stress; Gestione dell’ansia pre-gara; La leadership; Sviluppo dello spirito di squadra; Comunicazione e rapporti all’interno dello staff; Motivazione; Gestione della sconfitta e gestione della vittoria.

Se si presuppone che l’individuo si pone sempre come obiettivo quello di far corrispondere la prestazione potenziale alla prestazione reale, integrare strumenti tecnici, tattici, strategici e mentali significa collaborare all’assunzione di responsabilità da parte dell’individuo nella costruzione della sua realtà e nella strutturazione dei propri meccanismi mentali.

Nello sport e nella vita la differenza tra successo e insuccesso sta nella capacità di saper affrontare e gestire le difficoltà e trasformarle in possibilità di crescita valorizzando e facendo fruttare i propri talenti.

E per ognuno i suoi.

*coaching e psicologia dello sport
www.raffaellatoniolo.it

Foto di Roberto Click Passerini