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Ceccarelli prima di Jacobs, un campione europeo senza divisa. Ecco perché serve maggiore sostegno agli atleti dei club civili. Foto

Ha vinto Samuele e alla grande. Ma anche Marcell non è andato per niente male. Con 6”50 Jacobs è d’argento, mentre con 6”48, forte di un 6”47 in batteria, è Ceccarelli a vincere. Dominio della velocità italiana in Europa, una cosa incredibile a pensarci “prima”, ancora più follemente inspiegabile “dopo” la conclusione degli Europei di Istanbul.

 A bocce ferme, dopo l’ennesimo dominio in Europa (oltre ai 60 metri choc, la nazionale azzurra è la prima per punteggi conseguiti all’Europeo), vale la pena di fare un ragionamento. La lettura che è forse sfuggita ai più è la seguente. Gran cosa la vittoria ai campionati italiani e poi ai campionati europei indoor di un italiano, Ceccarelli appunto. Ma la notiziona è che a confezionare questo scoop è stato un atleta di società civile! Vinciamo un pazzesco oro internazionale con un uomo che non veste la divisa e arriva da una delle società di base, quei quasi tremila club che “fanno” veramente l’atletica e creano i talenti e gli azzurri. Dalla Firenze Marathon, il club in cui milita Ceccarelli, al titolo europeo non è stato un viaggio da nulla, anzi.

Il talento dal basso 

Ceccarelli si è allenato come migliaia di altri talenti poco conosciuti al grande pubblico, ha trovato un tecnico, Marco Del Medico, che ha saputo cucirgli addosso il training e le metodiche giusti, si è trovato in un momento di grazia totale e ha compiuto l’impresa di collocarsi tra i migliori sprinter del mondo. Battendo Jacobs, campione olimpico dei 100 e mondiale dei 60. Di certo sulla scia dei trionfi di quest’ultimo c’è stato uno scossone in Italia, e Ceccarelli è stato un interprete delle potenzialità della nostra atletica, la cui immagine “militare” è una verità un po’ artefatta. Tutti (anzi quasi tutti) i migliori vestono la divisa e vanno in gara per tenere su le aspettative dei relativi corpi. Ma i talenti li hanno scoperti e allevati le società civili, che poi li cedono o se li vedono sfilare dal reclutamento nei corpi militari, grazie ai quali lo Stato dà a questi atleti uno stipendio ed essi si possono fregiare del titolo di “professionisti”, peraltro solo virtuale perché secondo la legge sono sempre sportivi dilettanti.

Ceccarelli prima di Jacobs, un campione europeo senza divisa. Ecco perché serve maggiore sostegno agli atleti dei club civili. Foto

Le tremila società "dimenticate" 

Succederà probabilmente così anche con Samuele Ceccarelli. Arriveranno presto un concorso e un reclutamento, stiamone certi. Ma l’atletica italiana, che sta conoscendo un momento di rinascita, merita che l’immagine delle società di base che “tirano la carretta” venga rivalutata e vengano rivalutati anche gli atleti che esse coltivano. Perché con l’imbuto stretto dei corpi militari si rischia di perdere diversi talenti: senza risorse statali, molti si perdono e solo pochi, encomiabilmente, resistono a fare una carriera senza divisa. Le risorse ci sono, evidentemente, ma vanno praticamente tutte ai corpi militari. Eppure anche a guardare gli ultimi campionati italiani indoor di Ancona, quelli che hanno preceduto gli Europei, gli atleti di società civili che hanno primeggiato sono stati parecchi.

 Atleti e atlete d'oro, ma civili

L’oro è andato a Samuele Ceccarelli (Firenze Marathon) nei 60, a Catalin Tecuceanu (Silca Ultralite)  negli 800, a Ossama Meslek (Atl. Vicentina), giovane che vive in Gran Bretagna e arriva in aereo per conquistare allori alla società berica, nei 3000; a Matteo Olivieri (Virtus Lucca) nell’asta; a Monia Cantarella (Arcs Cus Perugia)  nel peso; a Lorenzo Naidon (Quercia Trentingrana) nell’eptathlon. Ma anche a Gloria Hooper (Brescia Atl. 1950) nei 60 metri piani, lei che ha lasciato i carabinieri; e a Nicla Mosetti (Bracco Atletica) nei 60 ostacoli.

Talenti emergenti senza risposta

In diverse gare, ad Ancona, i militari sono arrivati lontani dall’oro. Allora perché a questi talenti che si fanno il mazzo non deve essere data un’opportunità anche rimanendo nei loro club civili, con i giusti compensi e sostegni? Questa appare una domanda cruciale per la Federazione, che deve approfondire un percorso nuovo e qualificante per i tanti atleti emergenti a cui non si sa dare una risposta efficace. E ai piani alti della politica, che spesso si adeguano all’esistente allineandovisi senza battere ciglio, occorre rendersi conto di queste realtà di base che creano davvero lo sport. Le risorse ci sono, sono aiuti di Stato, ma allora vengano erogati in modo equo verso tutti coloro che lo meritano.

Ceccarelli prima di Jacobs, un campione europeo senza divisa. Ecco perché serve maggiore sostegno agli atleti dei club civili. Foto

LE FOTO Nelle tre foto FIDAL COLOMBO/FIDAL: nel titolo Ceccarelli e Jacobs dopo la finale, oro e argento; la festa dei primi tre, i due azzurri con lo svedese Larsson; qui sopra l'arrivo della finale europea a Instanbul, Ceccarelli prevale su Jacobs per 2 centesimi.

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