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Atletica, le due notti mondiali delle due Elena: dall'Alto Vicentino all'Oregon con speranza

di Claudio Strati

Sembra che sia l'ora giusta per Elena Vallortigara ed Elena Bellò. Le due atlete altovicentine, di Schio la prima, di Villaverla la seconda, si giocano grandi opportunità al mondiale di atletica di Eugene, Oregon.

La Elena di Schio nella notte del 19 luglio, alle 2.40 ora italiana, in America è un caldo pomeriggio alle 17.40,

va nella pedana dell'alto per disputare la finale mondiale. Le Elena di Villaverla invece, 48 ore dopo, nella notte italiana del 21 luglio alle 2.10, inizia le batterie degli 800 nel preserale dell'Oregon. Due sogni che si incrociano. Loro due, vicine di casa, che si ritrovano dalle parti della costa del Pacifico. 31 anni a settembre la Vallortigara, alta, statuaria, dalle grandi leve. 25 anni fatti a gennaio la Bellò, più minuta, ma con un fisico compatto, che sembra innervato d'acciaio.

Elena V., la ripartenza dall'atletica a 360°

Per Elena Vallortigara il salto in alto era un obiettivo predestinato. Ma per diventare concreto è dovuto passare tra vari step. Da ragazzina, cadetta, fece 1,85 e fu la misura migliore al mondo quell'anno. Ma l'ossessione per il salto in alto la inseguì da giovanissima. Salti, salti e salti. Come sempre la specializzazione precoce non rende. Così quando si vide che non funzionava, Elena passò a Silvia Dalla Piana, altra altovicentina valente eptatleta e altista, che con Assindustria Padova riportò l'atleta sulla terra dell'atletica. Fare tutto, apprendere tecniche diverse, cimentarsi su lungo, ostacoli, lanci, velocità, tornare a casa sporca di sabbia, mettere le mani "nel fango", per dire, ripartire da zero o quasi dopo essere stata una stellina nella bolla del solo alto. Quella (mio personalissimo parere) fu la cura decisiva della ripartenza. Lei ritrovò la bellezza dell'atletica a 360 gradi, portò a casa anche un titolo tricolore nelle prove multiple, e nel frattempo l'alto, per forza di cose, insieme al resto, veniva ancora coltivato. Cresciuta nell'età Elena ha iniziato a risalire nelle misure. Fino al 2,02 di Londra, 2018, una vertigine che la fece piangere sul materassone. Ma sempre con lunghi periodi difficili, infortuni, cambi di allenatore. Poi una bella stabilità con coach Giardi a Siena, arriva il 2022 ed è sesta ai mondiali indoor. E arriva Rieti, e sale a 1,98, vicina ai suoi limiti storici, seconda prestazione mondiale dell'anno, e quindi vola ad Eugene e in qualifica conquista la Q maiuscola superando 1,93 con un percorso di salti totalmente netto, senza un solo errore. «Ho vinto le mie paure, ora tutto è possibile» ha confidato al giornale della sua terra d'origine. Si sente serena e leggera, sa che può fare benissimo. La sua è anche la nostra convinzione.

Elena B., la corsa senza mai arrendersi

Ragazzina d'acciaio capace sempre di stupire, Elena Bellò è ad Eugene con appuntato sulla giacca un numero da sballo: 1'58"97. Quel numero, che è il suo crono migliore sugli 800, conquistato quest'anno al Golden Gala di Roma, parla come un fiume in piena. Dice che nel mondo quest'anno, ad oggi, ci sono solo 5 atlete con 1'57" e rotti, e una quindicina con 1'58" e rotti, e tra queste ultime anche lei. Cioè se sarà ancora in grado di stupirci, Elena Bellò può anche aspirare alla finale mondiale di questo genere di mezzofondo veloce. Ha una grinta da vendere e soprattutto un atteggiamento in gara che sembra dire "no pasaran", ovvero quando ha una posizione in gara la difende con i denti e le unghie. La mission è difficilissima, ma la "piccola" eppur grandissima Elena di recente ha dimostrato energie e autorità da vendere. Se lo meriterebbe per l'assiduità di allenamento e la costanza con cui va a caccia di miglioramenti. Cresciuta alla "scuola" di Dueville di Gianni Faccin, guru del mezzofondo nella profonda provincia vicentina, poi il caratterino suo, affiancato a quello del tecnico, li ha portati a seguire strade diverse già vari anni fa e lei, dopo altri passaggi, dal 2020 è seguita da coach Simonelli e se ne dice soddisfattissima. «L'adrenalina mi ha tolto tutta la fatica» ha spiegato dopo lo scoop di Roma, quando ha tolto 1"42 al suo precedente limite. E ha detto che l'obiettivo del progetto tecnico sono le prossime Olimpiadi. Ma adesso siamo al mondiale, dai Elena, quella gara pomeridiana/notturna all'Hayward Fields è un'occasione epocale, da onorare come sai.

Foto: Elena Bellò e Elena Vallortigara (Colombo/Fidal)

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