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La forza di Alex Schwazer: in marcia verso Tokyo, fiducioso nella giustizia

La forza di Alex Schwazer: in marcia verso Tokyo, fiducioso nella giustizia

«Io vorrei chiudere la mia carriera come voglio io, non magari come lo volevano altri». Così Alex Schwazer ha dichiarato ai microfoni di Radio 105, in attesa della sentenza che potrebbe riabilitarlo dopo la vicenda di doping che l'ha travolto.

Come noto la Procura di Bolzano in dicembre ha chiesto l'archiviazione del procedimento a suo carico e perciò il forte marciatore altoatesino attende la parola finale del giudice.

Intanto Alex prepara Tokyo 2021. Fortissimo atleta, come ricorda Alessandro Donati, il suo allenatore che ha accettatola sfida del suo ritorno dopo le vicende doping 2012, superate e per cui ha pagato, e il macchinoso disegno contro di lui con le famose provette che lui asserisce essere state manipolate, Schwazer si allena a casa, in un parcheggio, tra la neve. E' andato a trovarlo l'inviato della Gazzetta dello Sport, per seguire il suo allenamento e capire la sua determinazione, che è apparsa molto forte: «Adesso è come se avessi 30 anni, non 36. Per ora me la cavo dando una mano a una trentina di non tesserati» ha spiegato la medaglia d'oro olimpica 2008.

Pochi giorni prima, a Radio 105 Alex aveva dichiarato: «In vista di Tokyo l'unica cosa che io possa fare è tenermi in una forma discreta, niente di più. Poi sono altre persone che dovranno decidere. Io non so come andrà a finire questa cosa della squalifica sportiva, io ci spero, però sicuramente ci sono anche probabilità che la squalifica resti quella che è attualmente». E sulla vicenda ha ribadito: «Noi abbiamo fatto una denuncia contro ignoti perché non è possibile che queste urine che sono partite da casa mia e sono partite negative - perché se uno non si dopa non possono essere positive - poi a un certo punto risultano positive; sicuramente qualcosa è successo. Secondo me ci sono vari interessi che hanno portato a questa situazione, interessi che non vanno solo contro di me, ma anche contro il mio allenatore».

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